Come pubblicare un romanzo inedito: scegliere il pubblico

Gli scrittori esordienti spesso non pubblicano il loro libro presso gli editori tradizionali per un semplice motivo: il loro materiale non è abbastanza buono e convincente. Per quanto la storia possa essere interessante, i personaggi intriganti, la scrittura scorrevole e i dialoghi avvincenti, nulla convincerà l’editore se la storia non è capace di vendere.

L’editore è un imprenditore non un promotore culturale. Sono lontani i tempi di Giulio Einaudi, che chiamò a sé il fior fiore del pensiero progressista per creare un comitato editoriale di alto profilo. L’editore può pensare ad aprire una collana di narrativa che incrocia esattamente i temi dello scritto dell’esordiente, ma non lo farà se non venderà altri libri. In sostanza bisogna saper vendere un prodotto.

Scegli il tuo target

Molti pensano di diventare ricchi con la scrittura, ma è meglio non pensarci. Alla fama si può pensare solo dopo il primo o secondo libro di successo, ma prima di tutto occorre avere quel benedetto imprimatur. L’errore che commettono spesso i novellini è quello di non identificare esattamente il loro target. Il target è il pubblico che materialmente dovrà acquistare il libro, cioè quello pronto a leggerlo perché sa già di cosa parla e che cosa troverà. Se per esempio stiamo scrivendo un fantasy e lo facciamo senza introdurre gli elementi e le trovate narrativi che si aspetta quella nicchia di pubblico, difficilmente venderemo. Il crossover è un genere che in letteratura paga solo a livelli molto alti (si pensi a Umberto Eco) ed è tipico della narrativa post-moderna, non proprio il genere cui affidarsi a inizio carriera.

Se penso di scrivere un fantasy so che il mio lettore ideale si aspetterà degli stregoni, degli elfi, della magia, atti eroici, cavalieri, dame, draghi, maledizioni, castelli, vette avvolte dalla bruma e via discorrendo. Questa identificazione è fondamentale per dare al libro il profilo commerciale richiesto dall’editore. Immaginate di consegnare all’editor un supposto romanzo fantasy che non ha nemmeno un sortilegio, una strega, un’eroina indomita e delle creature fantastiche. L’editor vi riderebbe in faccia. Se nel Signore degli Anelli Tolkien avesse dato troppo spazio alle indagini di Gandalf circa la natura dell’Anello, probabilmente ci saremmo ritrovati in una sorta di giallo all’inglese proiettato in un Medioevo dipinto assai male.

Scrivi quello che vuole il tuo pubblico

Una volta che si è identificato il target occorre farsi la domanda: cosa si aspetta questo mio potenziale pubblico? Se sto scrivendo un fantasy tutti quegli elementi di cui ho parlato sopra, probabilmente si aspetta una storia in tre atti (la trilogia) e un ensemble cast di personaggi che interagiscono tra di loro, ognuno con una propria storia e con una propria abilità che prima o poi utilizzerà nel corso del racconto. Ci saranno dei sacrifici, degli atti eroici e il Male sembrerà trionfare, lasciando i protagonisti senza alcuna speranza. Ma è un fantasy: abbiamo sempre la possibilità di utilizzare le forze fantastiche che possono arrivare in soccorso. In un genere più moderno, influenzato dalla cultura popolare contemporanea, vi possono essere delle venature erotiche. L’editore si aspetta questo tratto per adulti perché sa che ha successo. Quando abbiamo messo su carta le caratteristiche insopprimibili della storia, dettate dai gusti del pubblico, occorre scrivere la miglior storia possibile basandosi su questi elementi. Unico peccato da evitare: il cliché (la strega seducente e cattiva) e la scopiazzatura (appunto, non vorrai mettere in scena un’altra Melisandre?).

Il romanzo è pubblicato

Quando l’editore riceverà il tuo scritto noterà che sono presenti tutti gli elementi “commerciali” previsti dalle leggi del mercato dell’editoria. Potrà perciò pensare di collocare il tuo romanzo in una precisa nicchia, elaborare una strategia di marketing già sperimentata (il G.R.R. Martin italiano!), eviterà delle spese enormi in pubblicità per cercare del pubblico perché sa già dove presentare il libro, conosce i canali e chi potrebbe veicolarlo. Se essere troppo commerciali dà fastidio, conviene pubblicarsi il libro da soli e farlo leggere ai parenti e agli amici nei loro ritagli di tempo (in bagno). Non c’è nulla di male nel voler scrivere per il pubblico dando al pubblico ciò che desidera. Se il romanzo è scritto bene la tua nicchia si allargherà, i lettori accaniti faranno pubblicità al libro influenzando anche coloro i quali non sono attratti dal genere, portandoti nell’area di mercato mainstream e vendendo molto di più. Con la soddisfazione di tutti: autore, editore, pubblico.

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