La laurea magistrale in giurisprudenza, ciclo unico LM-01, conferisce il titolo di dottore in legge e apre molte porte professionali, dal tradizionale percorso forense fino a opportunità più diversificate in ambito aziendale, diplomatico e nella pubblica amministrazione. Questo articolo offre una panoramica completa delle carriere che puoi intraprendere, incluse specializzazioni, ruoli alternativi e sbocchi per chi non intende diventare avvocato.
Cosa fare dunque dopo una laurea in giurisprudenza?
Indice dei contenuti
Sbocchi lavorativi principali con la laurea in giurisprudenza
Avvocato: come intraprendere la carriera legale
La professione più tradizionale per i laureati in giurisprudenza è quella di avvocato, con possibilità di specializzarsi in diversi ambiti legali:
- Diritto civile: include settori come diritto di famiglia (separazioni, alimenti, affidamento dei minori), privacy e nuove tecnologie.
- Diritto amministrativo: per chi desidera lavorare con imprese e pubbliche amministrazioni, offrendo consulenze e assistenza in ambito di ricorsi e regolamenti.
- Diritto penale: una figura delicata che garantisce e tutela i diritti dei cittadini, con un ruolo attivo nelle indagini.
Per diventare avvocato, è necessario superare un esame di stato, preceduto da un tirocinio presso uno studio legale o dalla frequentazione di una Scuola di Specializzazione Legale. L’esame di stato è impegnativo, includendo prove scritte e orali su materie di diritto, deontologia e pratica forense.
Come civilista puoi lavorare nel settore commerciale dei rapporti tra società, come le fusioni e le acquisizioni e in generale fornire assistenza in tutta la fase legale.
Sempre come avvocato puoi lavorare nel privato proprio per supervisionare la parte contrattualistica.
Differenza tra dottore in legge e avvocato
Il titolo di “dottore in legge” indica il conseguimento della laurea in giurisprudenza, ma non permette automaticamente di esercitare la professione legale come avvocato. Per diventare avvocato, infatti, è necessario un ulteriore percorso di tirocinio e il superamento dell’esame di stato, con cui si ottiene l’iscrizione all’albo degli avvocati.
Notaio: una carriera ambita e competitiva
Il notaio è una figura di grande prestigio e di elevata remunerazione, sebbene il percorso sia molto selettivo. Anche qui è previsto un esame di stato, e il numero di notai disponibili è regolato in base a criteri demografici. Si tratta di un ruolo che richiede precisione e conoscenze approfondite in ambito di atti pubblici e registrazioni legali.
Magistrato: servitore dello Stato
Diventare magistrato richiede una preparazione rigorosa e prevede una Scuola di Specializzazione per le professioni legali o una specializzazione alternativa. Dopo aver superato un concorso pubblico, i candidati devono seguire un tirocinio come MOT (Magistrato Ordinario Tirocinante), in cui acquisiscono esperienza pratica. I magistrati possono scegliere tra ruoli inquirenti o giudicanti, svolgendo un servizio di giustizia per conto dello stato.
Cosa fare con una laurea in giurisprudenza se non vuoi fare l’avvocato
Non tutti i laureati in giurisprudenza desiderano esercitare come avvocati, e per loro si aprono altre possibilità:
Consulente del lavoro: un esperto di contratti e aspetti fiscali
Il consulente del lavoro è specializzato nella gestione dei contratti di lavoro e degli aspetti fiscali all’interno di aziende. Questa figura può operare come professionista indipendente, fornendo consulenza a imprese e privati in qualità di perito.
Carriera diplomatica: rappresentare il paese all’estero
Per chi ama viaggiare e possiede ottime competenze linguistiche, la carriera diplomatica è un’opzione interessante. L’accesso avviene tramite concorso pubblico e richiede, oltre alla laurea, una conoscenza approfondita di almeno due lingue straniere.
Funzionario della pubblica amministrazione
La laurea in giurisprudenza è spesso un requisito preferenziale per accedere ai concorsi nella pubblica amministrazione. I laureati possono intraprendere percorsi di carriera come dirigenti o impiegati in vari ambiti, dall’amministrativo al gestionale.
Settore bancario e assicurativo
Un laureato in giurisprudenza può lavorare anche nel settore bancario e assicurativo, dove le competenze legali sono apprezzate per ruoli dirigenziali, nella gestione delle compliance aziendali e delle relazioni contrattuali.
Altri sbocchi lavorativi per laureati in giurisprudenza
Oltre alle carriere più tradizionali, esistono altre opportunità per i laureati in giurisprudenza, alcune delle quali offrono stabilità e diversificazione:
Commissario di polizia
Con una laurea in giurisprudenza è possibile accedere a concorsi per ruoli dirigenziali nelle forze di polizia, come quello di commissario.
Segretario comunale
Una figura di rilievo nella pubblica amministrazione locale, il segretario comunale si occupa degli atti normativi della giunta e del consiglio, oltre a vidimare i documenti ufficiali.
Insegnante di diritto nelle scuole superiori
La laurea in giurisprudenza consente di insegnare diritto ed economia nelle scuole superiori, specialmente negli istituti tecnici e professionali. Tuttavia, è richiesta una verifica dei crediti formativi acquisiti e, in alcuni casi, sono necessarie integrazioni per accedere alla classe di concorso A-46, che permette di insegnare anche materie come “Economia Politica” e “Diritto e legislazione turistica”.
Specializzazioni e sbocchi lavorativi in ambito internazionale
La laurea in giurisprudenza consente l’accesso a ruoli in ambito internazionale, specialmente per chi si specializza in diritto comunitario o in relazioni commerciali internazionali. Ecco alcune opzioni:
- Organizzazioni internazionali: come consulenti legali in istituzioni come l’Unione Europea o le Nazioni Unite.
- Diritto commerciale internazionale: una specializzazione che apre opportunità in aziende multinazionali e relazioni commerciali tra enti pubblici e privati.
Queste carriere richiedono spesso competenze linguistiche avanzate e la capacità di lavorare in contesti interculturali.
Attualmente o meglio in previsione dell’iscrizione il prossimo anno (2020-21), il ciclo 3+2 per giurisprudenza non esiste piu’ giusto?
io vorrei vomunque spezzare il ciclo di studi se possibile fare la triennale classe L-14 e poi continuare con una specialistica in giurisprudenza (anche in atenei diversi). sapete se e’ possibile?
in alternativa dovrebbe essere possibile iscriversi ad un quarto anno del ciclo unico in giurisprudenza. E’ corretto? non vorrei precludermi la possibilita’ di svolgere la professione forense (il mio sogno anche se so che ormai in molti fanno la fame)
il titolo del ciclo unico, inoltre, e’ equiparabile ad una laurea magistrale?
grazie a tutti per la risposta
Sì. Nel mio ateneo esiste la laurea triennale in diritto per le imprese e le istituzioni che una volta completata permette l’accesso a ciclo abbreviato a giurisprudenza. Confrontando i vari insegnamenti che si possono frequentare nella triennale con quelli di giurisprudenza, puoi “giocarti” bene il percorso e concludere comunque in cinque anni. In più, teoricamente la laurea di giurisprudenza dovrebbe consentire l’accesso alle varie professioni. Anche perché gli esami sono praticamente identici. Sono al secondo anno
Il 27\02 andrò a discutere la tesi di Giurisprudenza ma, a differenza di molti altri io ho 54 anni e, non sarà semplice re-inserirvi nel campo del lavoro.
Ho lavorato per 30 anni in Fiat e poi sono stato licenziato.
Vedremo ma, io non mollo.
Caro Giuseppe, leggo solo ora questo tuo messaggio.
Complimenti per esserti reinventato nel mondo del lavoro, il tuo è un esempio per tutti noi!
Sei un grandissimo!
Mi iscrivo domani