Il Naturalismo nasce come una corrente artistica, che coinvolge anche la letteratura in Francia. Il periodo d’oro del Naturalismo è quello compreso tra il 1860 e il 1890.
La fioritura del Naturalismo si deve al consolidamento della borghesia e del capitale nella società europea, affermandosi come classe sociale leader.
Al contempo si rafforza lo stato liberale laico ed evidenti sono i richiami del Naturalismo al pensiero positivista (positivismo) filosofico.
Come suggerisce il nome, il Naturalismo rifiuta ogni genere di approccio metafisico e guarda ai fenomeni in termini positivisti, riconoscendo il primato al metodo scientifico, alla ricerca costante del dato oggettivo degli avvenimenti e dei fenomeni.
Un influsso molto importante sul Naturalismo ce l’ha anche il Darwinismo, con la sua teoria dell’evoluzione che mette l’uomo non più al centro di della Storia come individuo solitario, ma più come animale sociale, che deve organizzarsi, adattarsi e reagire.
Gli scrittori naturalisti affidano alla conoscenza delle scienze, della sociologia, delle malattie mentali la loro visione complessiva del mondo. Secondo un importantissimo saggio di H. Taine sull’opera di Honoré de Balzac, lo scrittore naturalista deve considerare, quando racconta una storia o i suoi personaggi: l’ereditarietà, l’ambiente sociale e l’epoca storica.
Tenendo conto di questi tre assi fondamentali si potrà narrare una storia veramente naturalista.
Gli scrittori francesi contribuiranno parecchio a definire queste linee fondamentali.
Interessante è il ruolo dell’opera d’arte come un organismo biologico, che prende forma reagendo proprio nel suo insieme, prefigurandosi come una struttura autonoma.
È probabilmente questo il punto di maggior contatto con il Verismo italiano, fortemente influenzato dal Naturalismo, tanto da poterne essere considerato la versione italiana.
Anche nel Verismo l’intenzione è quella di guardare al mondo con ogni critico, tipico dello scienziato sperimentale, che osserva la natura, compara, fa esperimenti e raccoglie i dati.
Le storie e i personaggi sono il prodotto dell’azione di diversi agenti, come l’ambiente sociale, spesso immutabile nella sommatoria di condizioni umani degradate, la realtà economica e quella politica.
Lo scrittore dosa tutti questi elementi collocando i personaggi all’interno di queste cornici.
- Nel Naturalismo lo scrittore è una voce narrante che osserva le storie in modo analitico, scientifico, con l’approccio del ricercatore davanti all’oculare del microscopio. Egli per quanto può tenta di rimanere oggettivo.
- Nel Verismo invece l’autore spesso si nasconde, lascia fare ai personaggi, che danno corpo a quel romanzo come organismo nel quale esplodono le contraddizioni della storia. La lotta tra le classi è esacerbata e violenta. I fatti si succedono quasi in modo dolente, come una inevitabile marcia che porta il più forte a sopraffare il più debole. Non c’è riscatto se non nel progresso, a patto di poterlo raggiungerlo e che non sia un miraggio.
- Nel naturalismo il proletariato industriale diventa un personaggio, come accade in alcuni romanzi di Emile Zola.
- In Italia il Verismo ha una connotazione molto regionale, non a caso i due più grandi autori veristi, Giovanni Verga e Luigi Capuana, sono siciliani. La loro comprensione del naturalismo, come una forma letteraria del positivismo, è assoluta e porta a risultati pregevoli.
- Naturalismo e verismo preferiscono la forma del romanzo, come un organismo in grado di dare ampia rappresentanza dell’ambiente sociale.
- I naturalisti francesi hanno l’ambiente urbano come sottofondo, spesso guardando al sottoproletariato, attraverso l’occhio clinico di una borghesia che ormai è la classe dominante.
- Il verismo invece ha come ambiente principale quello rurale, contadino. In Verga ad esempio abbiamo una comunità di pescatori, ripresa durante l’importante processo di unificazione del nostro paese. Rappresenta le aspirazioni fallite della famiglia protagonista, di cambiare il proprio destino.
- Nel Naturalismo di Emile Zola, l’autore più importante del periodo, l’ambientazione come detto è urbana, al tempo del dominio di Napoleone III e della sua successiva rovina. Egli non usa lo stile impersonale di Verga, che lascia ampio spazio ai suoi protagonisti, sconfitti in partenza.
- Zola non si trattiene nei giudizi, ma lo fa partendo dal punto di vista naturalista, quindi tenendo conto dell’ambiente sociale, della famiglia, della società in cui si muovono i protagonisti. La sua oggettività tiene conto di tutte le componenti sociali e storiche.
- Nel Verismo italiano, infine, proprio a causa del carattere fortemente regionale (e della tardiva unificazione del paese) spesso dominano le forme dialettali, dando al linguaggio una potenza espressiva particolare, che si cala alla perfezione nella storia e nei personaggi.
Principali scrittori naturalisti e veristi
I principali scrittori naturalisti: Gustave Flaubert, Émile Zola, Guy de Maupassant, Honoré de Balzac.
I principali scrittori veristi: Luigi Capuana, Giovanni Verga più gli scrittori realisti, spesso di estrazione regionale come Matilde Serao, Grazia Deledda, Federigo Tozzi ed Edmondo De Amicis.