Romanzo giallo, thriller, noir: differenze e caratteristiche a confronto

Distinguere tra giallo, thriller e noir significa esplorare tre forme narrative che condividono l’elemento del crimine, ma lo interpretano con finalità diverse e atmosfere divergenti.

Comprendere queste differenze permette non solo di orientarsi nella lettura, ma anche di cogliere le intenzioni narrative di chi scrive.

Ogni genere segue una propria logica interna: il giallo punta alla risoluzione ordinata di un mistero; il thriller costruisce tensione progressiva; il noir mette in scena il disincanto morale.

Il giallo: ordine e deduzione logica

Nel romanzo giallo la narrazione è incentrata su un delitto – spesso un omicidio – e sulla sua risoluzione attraverso l’indagine razionale. Il protagonista è generalmente un investigatore, ufficiale o dilettante, dotato di intuito e metodo.

Il lettore partecipa alla ricostruzione seguendo gli indizi disseminati nel testo, fino al colpo di scena finale che svela il colpevole.

Il giallo è un genere regolato: il crimine viola l’ordine, l’indagine lo ristabilisce. Il male è circoscritto e identificabile. L’atmosfera resta sobria, la struttura tende a una linearità precisa. La figura di Hercule Poirot o Miss Marple in Agatha Christie incarna questo modello classico.

Il giallo classico viene ambientato in situazioni nelle quali a vincere non è la tecnologia, ma l’intuito e l’intelligenza dell’investigatore.

Il prototipo è Sherlock Holmes.

Il termine “giallo” è di matrice italiana e deriva dal colore della copertina scelta da Mondadori, a suo tempo, per la propria collana.

Nel mondo anglo-sassone il termine fa riferimento al genere cinematografico del thriller italiano degli anni 70 del ‘900 (ovvero l’horror psicologico di Argento, Bava, Fulci).

In inglese si parla di “crime novel”, “murder mystery” o “detective fiction” negli stessi termini.

Il thriller: tensione e pericolo

Nel thriller il centro non è l’enigma, ma la minaccia che incombe, pagina dopo pagina. L’elemento dominante è la suspense, costruita su un conflitto in atto o imminente. Il protagonista, spesso coinvolto suo malgrado, deve sfuggire a un pericolo concreto, decifrare una situazione ambigua o impedire un evento devastante.

Un grande romanzo in tal senso è “Il giorno dello sciacallo” di Frederick Forsyth.

Il tempo narrativo è incalzante, l’azione si sviluppa in una rincorsa serrata.

La tensione psicologica può derivare da forze esterne o da pressioni interiori. Il lettore viene immerso in una dimensione instabile.

Autori come Donato Carrisi, Dan Brown o Lee Child hanno saputo declinare il thriller in modi differenti: dall’indagine investigativa alla distorsione percettiva.

Il noir: disincanto e ambiguità

Il noir nasce come evoluzione del giallo, ma ne sovverte le premesse. Non c’è ordine da ripristinare, né verità da svelare. Il protagonista è spesso un antieroe: un detective solitario, un uomo qualunque sopraffatto dagli eventi, oppure una figura compromessa.

Le motivazioni sono fragili, l’ambiente sociale è corrotto, le istituzioni inerti o colluse, il confine tra le istanze morali dei protagonisti è labile.

I personaggi attraversano questo confine illusorio tra male e bene.

Il noir non cerca quindi la risoluzione, ma rappresenta la disillusione. Il male è strutturale, non dipende da fattori particolari, tipici di un personaggio. È più un sottotesto che fa leva sulla realtà e la crudeltà degli ambienti.

Il noir cinematografico prende spunto dal noir letterario condividendo questa estetica, fatta di chiaroscuri urbani, dialoghi taglienti e relazioni opache.

Noir è quindi sia un’ambientazione, cioè spesso una giungla urbana, sia un modo di fare dei personaggi, volutamente obliqui, slegati da una logica morale netta che permette di distinguerli secondo un canone di “bene” o “male”.

Il neo-noir eredita questa impostazione, già presente nel Maigret di Simenon, per assumere i toni impietosi di Ellroy o il mix di malinconia e distacco burocratico in cui si trova ad agire il Bosch di Connelly.

Differenze tra giallo, thriller e noir: schema comparativo

AspettoGialloThrillerNoir
ProtagonistaInvestigatore razionalePersona comune o detective sotto pressioneAntieroe o figura compromessa
Motore narrativoEnigma da risolvereMinaccia da neutralizzareInesorabile caduta nel disordine
StrutturaLineare e deduttivaSequenziale con ritmo sostenutoFrammentata e ciclica
Tempo narrativoDopo il delittoDurante l’azioneDurante o dopo l’evento, senza riscatto
TonoNeutro e contenutoDrammatico e instabileCupo e privo di speranza
FinaleChiuso, con rivelazioneAperto o risolutivo sotto pressioneAperto o tragico, senza pacificazione
Ambientazione tipicaComunità borghese o isolataContesto urbano o transnazionalePeriferie degradate o centri corrotti
Valore dominanteGiustizia che ristabilisce l’ordineUrgenza e sopravvivenzaCorruzione sistemica

Come riconoscerli da lettori

Chi legge un giallo è guidato nel ragionamento; chi legge un thriller si muove in uno stato di tensione; chi affronta un noir si espone a un mondo eticamente instabile. La posizione del lettore quindi cambia a seconda della tipologia di storia che viene raccontata.

Nel giallo è insieme all’investigatore. Nel thriller soffre le pene di qualche protagonista. Nel noir prova empatia per personaggi pieni di difetti, che hanno una dubbia morale.

Ovviamente qui parlo di una schematizzazione, ma così sai cosa aspettarti.

Considerazioni finali

Giallo, thriller e noir sono generi narrativi con finalità differenti. Il giallo esplora la razionalità, il thriller il pericolo, il noir la crisi morale. La lettura dipende dai gusti personali. La trama serve a intrattenere. Nel giallo classico lo scopo del romanzo è trovare l’autore del delitto e il lettore viene condotto per mano nell’investigazione.

Il bravo giallista dissemina indizi, non li nasconde, ma non li rende troppo facili da scovare. Il lettore quindi è chiamato a una prova d’intelligenza.

Nel thriller è mettere fine alla minaccia.

Ad esempio un serial killer o un’entità sconosciuta, come lo squalo del romanzo di Peter Benchley da cui Steven Spielberg ha preso spunto per il suo capolavoro cinematografico. La paura e la suspense sono dei dispositivi da usare per innescare delle reazioni nel lettore, spingerlo a voltare pagina.

Nel noir il lettore non viene invitato a seguire per forza le sorti del protagonista. È la stessa narrazione cupa che lo trascina dentro i meandri del comportamento umano. In ambientazioni crude, corrotte, la descrizione dei personaggi aiuta l’immedesimazione.

Esistono ibridi: in George Simenon le atmosfere parigine nelle quali si muove Maigret hanno più a che fare con il noir, ma il suo metodo investigativo è ancora classico, deduttivo.

Ci sono scrittori che ambientano nel passato i loro gialli-noir per evitare al loro protagonista di fare un eccessivo ricorso alla tecnologia e mettere in atto l’investigazione deduttiva classica.

Un celebre racconto di Philip K. Dick, Rapporto di Minoranza, è un thriller ambientato in un futuro nel quale è possibile prevedere chi sta per compiere un delitto.

Libri gialli, noir e thriller: esempi classici e contemporanei

Gialli contemporanei: il cervello al lavoro

  • Andrea Camilleri – Il ladro di merendine
    Il commissario Montalbano agisce con intuito e ironia in un contesto sociale mediterraneo. Un giallo che unisce metodo investigativo, linguaggio vernacolare e tensioni morali locali.
  • Maurizio De Giovanni – Il senso del dolore
    Primo della serie del commissario Ricciardi, ambientato nella Napoli anni Trenta. La componente emotiva non tradisce la struttura del giallo classico, ma l’arricchisce di malinconia e riflessione.
  • Joel Dicker – La verità su caso Harry Quebert
    Giallo deduttivo frenetico, con narrazione in prima persona, che sfocia nel thriller.

Thriller italiani moderni: tensione e psicologia

  • Giorgio Faletti – Io uccido
    Thriller denso e teso ambientato nel mondo delle onde radio. Il ritmo serrato e la doppia dimensione psicologica e investigativa hanno fatto di questo romanzo un caso editoriale.
  • Donato Carrisi – Il suggeritore
    Thriller psicologico ad alta tensione, con protagonisti ambigui e un uso sistematico della paura. Il caso investigativo si intreccia a una riflessione disturbante sull’identità.
  • Paolo Roversi – Solo il tempo di morire
    Thriller metropolitano che sfiora il noir, con ambientazione milanese anni Settanta. Ritmo, azione e nostalgia convivono in un’indagine senza risposte facili.

Noir e neo-noir: atmosfere dark urbane

  • James Ellroy – American Tabloid
    Icona del neo-noir statunitense: corruzione sistemica, linguaggio secco, ritmo sincopato. Gli intrecci di politica e violenza ridefiniscono il concetto stesso di colpa.
  • Carlo Lucarelli – Almost Blue
    Un noir italiano dove voce narrante e percezione si frammentano: serial killer, investigazione anomala e ambientazione claustrofobica danno vita a un racconto disturbante.
  • Giancarlo De Cataldo – Romanzo criminale
    Basato su fatti reali, è un noir che mette in scena il degrado etico e l’inevitabilità della spirale criminale, con tono giudiziario e impianto storico.
  • Bonini & De Cataldo – Suburra
    Romanzo simbolo del neo-noir italiano: potere, politica, criminalità e urbanistica convergono in una narrazione spietata, senza centro etico.
  • Massimo Carlotto – Il fuggiasco
    Una storia vera raccontata come noir. Il protagonista non cerca giustizia, ma scampo. La legalità è un concetto relativo in un mondo dove la fuga è l’unica costante.

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