La Pasqua è una delle feste più importanti per i cristiani. Si celebra in primavera, sempre di domenica, e ricorda un evento che ha cambiato per sempre il modo di intendere la vita, la morte e la speranza: la resurrezione di Gesù.
Per molti bambini, Pasqua vuol dire uova di cioccolato, dolci e gite fuori porta, ma dietro queste tradizioni c’è una storia più antica, fatta di gesti, simboli e parole che parlano ancora oggi.
Una storia che comincia prima
La settimana che precede la Pasqua si chiama Settimana Santa. Inizia con la Domenica delle Palme, quando si ricorda l’ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme.
Le persone lo accolsero con rami d’ulivo, cantando parole di pace. Nei giorni successivi si vivono, uno dopo l’altro, i momenti più importanti del racconto evangelico: l’ultima cena, il tradimento di Giuda, la condanna, la crocifissione, il santo sepolcro.
Il Giovedì Santo si celebra la cena che Gesù condivise con i suoi discepoli. Spezzò il pane, versò il vino, parlò di amore e di amicizia. Quel gesto è diventato il cuore della liturgia cristiana: si chiama Eucaristia e si ripete in ogni messa.
Il Venerdì Santo è il giorno della crocifissione. È un giorno silenzioso, in cui si riflette sul dolore, sulla fragilità e sul senso del sacrificio. In molte città e paesi si organizza la Via Crucis, una processione che ripercorre le tappe del cammino di Gesù verso la croce.
Il Sabato Santo è il tempo dell’attesa. Nella liturgia non si celebra nulla, le chiese restano spoglie, si prepara la notte. È il giorno in cui tutto tace, ma qualcosa sta per accadere.
Il mattino che cambia tutto
La domenica di Pasqua, secondo i Vangeli, alcune donne andarono al sepolcro per visitare il corpo di Gesù. Ma la tomba era vuota. Un angelo annunciò che Gesù era risorto. Le donne corsero a dirlo ai discepoli. Era successo qualcosa di inaudito: la vita aveva vinto la morte.
Per i cristiani, la resurrezione non è solo un fatto del passato. È un segno che ogni dolore può trasformarsi, che ogni fine può diventare un inizio. È una promessa. E per questo si festeggia con canti, campane, luci e parole che parlano di gioia.

I simboli che raccontano la Pasqua
Molti simboli della Pasqua hanno un significato che si può capire anche da bambini. L’uovo, ad esempio, rappresenta la vita che nasce. La colomba richiama la pace. Il pane e il vino ricordano l’amicizia e la condivisione. Il cero pasquale è la luce che brilla nel buio. Non sono solo oggetti: sono modi per raccontare, con semplicità, qualcosa che è difficile dire a parole.
La tradizione che continua
In famiglia, la Pasqua è spesso un momento per riunirsi. Si va a messa, si pranza insieme, si regalano uova di cioccolato. Il giorno dopo, chiamato Pasquetta o “lunedì dell’Angelo”, si fa una gita, si mangia all’aperto, si gode della primavera. Anche questo è un modo per dire che la festa continua: che la vita non si celebra solo in chiesa, ma anche nei gesti quotidiani, nel tempo passato insieme, nella natura che si risveglia.
Una festa che parla a tutti
Capire la Pasqua non significa sapere tutto. Significa provare a entrare in una storia che parla di amore, di dono e di fiducia. Anche i bambini, con le loro domande, con il loro modo diretto di guardare le cose, possono cogliere il senso profondo di questa festa. A scuola, in famiglia o al catechismo, spiegare la Pasqua vuol dire raccontare il valore della vita, della solidarietà, della speranza. E farlo con parole semplici, ma vere.
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